“Vorrei uno sfondo diverso” per il mondo in cui viviamo. A cominciare dalla luce con cui ciascuno sceglie di illuminare la propria realtà, facendo la differenza. Un incipit solo apparentemente astratto che, nell’ambito delle attività che l’Ufficio Scuole ed Educazione Ambientale di Amia porta avanti con gli studenti, si è concretizzato in un progetto fotografico sotto l’occhio esperto del fotografo Emiliano Rovina che ha coinvolto 10 istituti superiori, 40 classi e circa 900 studenti. Si tratta di “Vorrei uno sfondo diverso”, sfociato poi nel concorso fotografico “Una luce diversa fa la differenza”: gli scatti sono stati votati anche via social sulla pagina Instagram di Amia, nuovo canale pensato proprio per dialogare e raggiungere una platea più giovane, collazionando “like”.
La mostra, realizzata in collaborazione con la Rus, rete delle università sostenibili di ateneo, sarà ospitata in biblioteca Frinzi ed è stata inaugurata giovedì 8 maggio da Matteo Nicolini, referente del rettore alla Sostenibilità ambientale e presidente Rus Verona, Roberto Bechis, presidente Amia, e Maria Cristina Buniotto, responsabile Ufficio Scuole ed Educazione ambientale di Amia.
Una selezione di fotografie, comprese quelle premiate dalla commissione esaminatrice e le più cliccate sui social, da vita ora alla mostra inclusiva ospitata negli spazi della Biblioteca Frinzi di via San Francesco. La mostra inclusiva è realizzata grazie all’ospitalità dell’Università di Verona. Le fotografie esposte, visitabili a ingresso libero fino al 14 maggio, sono oltre una quarantina ma sul monitor potranno essere visualizzati tutti gli scatti dei ragazzi, circa 200. Per i visitatori, c’è la possibilità di guardare l’esposizione con playlist scelte di musica classica e moderna. Il luogo della mostra inclusiva è infatti una biblioteca in cui il silenzio deve essere garantito. Grazie alla sinergia con l’Unione Ciechi, inoltre, si tratta di un’esposizione visitabile anche per i non vedenti. Un prezioso valore aggiunto che Amia ricerca sempre nelle sue iniziative educative.
“La mostra che si inaugura conferma il ruolo centrale dell’università di Verona nella promozione di una cultura della sostenibilità”, ha commentato Matteo Nicolini. “Quando AMIA ci ha proposto di ospitarla, in qualità di presidente della Commissione RUS, non ho potuto che supportare l’iniziativa. Siamo impegnati coralmente nella creazione di legami – proficui e duraturi – tra le differenti generazioni. E, come luogo di formazione di sapere critico, dobbiamo supportare le generazioni future nell’immaginare e realizzare “uno sfondo diverso” per le nostre collettività. Ringrazio il Sistema bibliotecario di ateneo per aver accettato di ospitare in Frinzi la mostra, rendendo la nostra biblioteca un luogo per immaginare assieme il futuro”.
Le foto premiate sono una per ciascuna delle categorie del concorso: più spiritosa, più creativa, più espressiva, più originale, più votata su Instagram e più votata dalla commissione che ha poi scelto di proseguire con due menzioni. Si tratta della menzione speciale per la positività della rappresentazione fotografica e di quella per il testo descrittivo. Dell’apposita commissione hanno fatto parte rappresentanti di Amia, della Cooperativa Luce e Lavoro e del Comune e il fotoreporter de L’Arena Giorgio Marchiori.
“Sottolineo il valore civile di questa mostra, frutto del lavoro creativo di molti giovani, ma soprattutto della loro sensibilità nei confronti dell’ambiente e del riutilizzo dei materiali riciclabili”, ha spiegato Daniela Brunelli, direttrice del Sistema bibliotecario di ateneo. “Le foto che hanno scattato sono un’esplosione di colori, che somigliano ai colori dei diversi saperi e della natura. Ringrazio l’Amia per questa magnifica iniziativa e la Commissione RUS del nostro Ateneo che l’ha resa possibile”.
Durante questo anno scolastico, i progetti dell’Ufficio Scuole ed Educazione Ambientale rivolti agli studenti dai 3 ai 18 anni, ovviamente con format e proposte differenti, declinate per età e ciclo di studi, ha coinvolto 120 scuole e 250 classi raggiungendo complessivamente ben 26mila alunni.
Il metodo scelto e privilegiato nelle offerte formative proposte agli istituti è quello dell’apprendimento esperienziale che permette una partecipazione attiva attraverso l’utilizzo dei sensi, del ragionamento, della creatività e dell’azione diretta. In dettaglio, in questo progetto fotografico, i ragazzi sono stati protagonisti su un set creato ad arte e, simbolicamente, hanno avuto l’arduo compito di valorizzare ciò che viene scartato, ben impresso sullo sfondo.