Che la violenza contro le donne sia da considerarsi un fenomeno di ampia portata rappresenta da sempre uno dei temi cari alle iniziative promosse in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma ugualmente sorge una domanda: quanto si è consapevoli dell’assenza di limiti geografici, economici, politici, sociali e temporali di questa cruda realtà?
La volontà di rispondere a questo interrogativo è stato il presupposto dell’incontro, tenutosi il 4 novembre al polo Santa Marta, dal titolo La violenza sulle donne in tempo di guerra, iniziativa introduttiva al ciclo di eventi promossi dal Cug, comitato unico di garanzia dell’Università di Verona, in collaborazione con il gruppo Radici dei diritti, in vista del 25 novembre.
Introdotti da Francesca Alessandra Taddei Saltini, rappresentante del Coordinamento donne del Sindacato pensionati italiani del Veneto di Cgil, e coordinati da Cinzia Inguanta, giornalista pubblicista direttrice della testata L’altro femminile, gli interventi proposti durante l’incontro hanno avuto come fil rouge – in una realtà in cui il rosso è il colore simbolo della Giornata – il tema della violenza perpetrata contro le donne in tempi e contesti di guerra.
Agata La Terza, docente di Filosofia e storia e collaboratrice dell’Istituto veronese di storia della resistenza dell’età contemporanea, ha proposto un inquadramento storico-giuridico relativo al riconoscimento dello stupro come crimine di guerra fin dall’antichità; Giuditta Brattini, cooperante volontaria per Fonti di pace in collegamento streaming, ha raccontato la drammaticità dell’esperienza quotidiana delle donne palestinesi a Gaza; Beatrice Taddei Saltini, redattrice di Atlante delle guerre, ha presentato un’analisi geopolitica delle perpetue violenze contro le donne nella Repubblica democratica del Congo; Giannina Dal Bosco, rappresentante del movimento Donne in nero di Verona, ha condiviso l’esperienza dell’attivismo a partire dagli stupri subiti dalle donne in Bosnia; Nicoletta Biancardi, segretaria regionale di Cgil, ha concluso l’incontro.
“Riconoscere la violenza di genere come una tattica di guerra, un’arma di terrore e uno strumento di oppressione – ha ricordato Cinzia Inguanta – è un passaggio fondamentale per giungere all’eliminazione di queste dinamiche. E gli interventi di oggi ci hanno guidate e guidati in questa riflessione”.
L’incontro La violenza sulle donne in tempo di guerra è stato il seme da cui partire, il germoglio da cui si ramificheranno i successivi eventi promossi dall’ateneo: il 21 novembre si terrà, in aula T.2 del polo Zanotto alle ore 9, lo spettacolo teatrale “Malanova”, di e con Ture Magro, che narra di un’agghiacciante vicenda di violenza basata sul romanzo di Cristina Zagaria e Anna Maria Scarfò; il 24 novembre, nella sala Barbieri di palazzo Giuliari dalle ore 15.30 alle 17.30, avverrà la cerimonia di consegna dei premi di laurea sul tema “Discriminazioni, benessere e questioni di genere” da parte del Comitato unico di garanzia; il 25 novembre, in aula T.3 del polo Santa Marta alle ore 16.30, avrà luogo l’incontro Violenza e adolescenza, che mostrerà i primi risultati di una ricerca promossa dal Coordinamento donne Spi Cgil Verona.
LB – Tirocinante Ufficio Stampa “UniVerona News”
























