La Notte europea della ricerca è entrata nella Casa circondariale di Montorio, portando il linguaggio e i risultati della ricerca scientifica e umanistica dell’Università scaligera tra le mura del carcere.
L’iniziativa, giunta alla sua quinta edizione, ha visto il coinvolgimento di molti atenei aderenti alla Conferenza nazionale universitaria dei Poli penitenziari (Cnupp).
Diciotto le università coinvolte e ventuno i poli universitari penitenziari (Pup) collegati da tutta Italia: un evento corale, di rilievo nazionale, che ha coinvolto ricercatrici e ricercatori, docenti e insegnanti, studentesse e studenti, tutor, persone recluse, dirigenti e personale dell’amministrazione penitenziaria, garanti dei detenuti e rappresentanti delle amministrazioni locali.
Tra questi l’ateneo di Verona che, nella mattinata di giovedì 25 settembre, all’interno della biblioteca de carcere, ha proposto l’incontro dal titolo “Transizioni sociali, ambientali e digitali”, in linea con il tema scelto quest’anno dalla Cnupp, dedicato alle trasformazioni del nostro tempo: dai mutamenti culturali e tecnologici alle sfide ambientali ed educative. Dopo i saluti istituzionali da parte della direttrice della casa circondariale di Montorio, Mariagrazia Bregoli, del garante dei diritti dei detenuti del Comune di Verona, don Carlo Vinco, dell’assessora comunale alla Legalità, Stefania Zivelonghi e del dirigente scolastico Cpia, Centro provinciale per l’istruzione degli adulti, Luca Saggioro, i docenti di ateneo Ivan Salvadori, Alessia Bevilacqua, Federico Barbierato, Daniele Butturini, Irene Salvo e Marco Di Donato hanno presentato, presso la Biblioteca del carcere di Montorio, le loro ricerche ai detenuti iscritti all’Ateneo veronese, o in procinto di iscriversi, e ai detenuti iscritti alle Scuole superiori.
L’evento, organizzato con il supporto della Direzione e del personale del carcere di Montorio e del Cpia, si è inserito nel percorso già avviato dall’Ateneo scaligero a sostegno delle persone private della libertà personale, sancito dall’accordo quadro per le pari opportunità di studio e formazione, rivolto a chi è detenuto nella Casa circondariale di Montorio o vive in regime di limitazione della libertà personale nella provincia di Verona.
Negli ultimi mesi, come ha ricordato Ivan Salvadori, docente di Diritto penale in ateneo e referente del rettore per i rapporti con la Cnupp, i passi avanti, fatti grazie al progetto “Università in carcere”, sono stati significativi: “Il numero di detenuti che si è iscritto al nostro Ateneo è in aumento. La casa circondariale di Montorio ha messo loro a disposizione un’aula studio dedicata, nella quale possono studiare, consultare e prendere in prestito libri e materiali del sistema bibliotecario di Ateneo che, assieme ai 4 tutor universitari, portiamo regolarmente in carcere; i detenuti iscritti ai nostri corsi di laurea possono inoltre visionare le lezioni registrate su alcuni computer fissi, avere colloqui con i docenti universitari, sostenere gli esami in presenza o online e contare su un supporto personalizzato”.
“L’amministrazione comunale si sta impegnando per assicurare una sempre maggiore osmosi tra la città e la casa circondariale, lo dimostra anche l’evento di oggi, che si svolge nella biblioteca, luogo di riflessione e di studio, estremamente importante per l’arricchimento personale dei detenuti”, ha sottolineato Zivelonghi. “Molto lodevole ed estremamente apprezzabile l’impegno profuso dall’università di Verona in questo progetto, cui l’amministrazione darà sempre il maggior appoggio possibile”
La giornata ha rappresentato dunque un’occasione per far conoscere alle persone ristrette ed alla cittadinanza l’impegno dell’Università di Verona in un ambito spesso poco visibile, dimostrando particolare attenzione e sensibilità nel riconoscere ed agevolare il diritto allo studio come importante strumento di inclusione, crescita personale e reinserimento sociale.
EI