Mercoledì 26 novembre, nella Sala Barbieri di Palazzo Giuliari, la nuova edizione dei “Cantieri della Resistenza” si è conclusa con l’assegnazione del premio “Claudio Pavone” a Giovanni Brunetti, dottore di ricerca in Scienze archeologiche, storico-artistiche e storiche dell’Università di Verona.
La sua tesi, dal titolo I pilastri dell’edificio. Le delegazioni provinciali dell’alto commissariato per le sanzioni contro il fascismo (1944-1948), è stata seguita dai tutor Renato Camurri, docente di Storia contemporanea dell’Università di Verona, e Cecilia Nubola, ricercatrice dell’Istituto storico italo germanico di Trento. Il riconoscimento, giunto alla quarta edizione e promosso dall’ateneo scaligero e dall’Istituto nazionale Ferruccio Parri, valorizza ogni anno le ricerche più innovative dedicate alla storia della Resistenza e del secondo dopoguerra.
La premiazione di Brunetti ha rappresentato il momento culminante di una giornata che ha visto confrontarsi studiosi affermati e giovani ricercatori sui nodi che segnarono la transizione dalla Liberazione alla nascita della Repubblica, tra indagini archivistiche, analisi dei processi istituzionali e riflessioni sulla memoria civile.
Ad aprire i lavori sono stati gli interventi istituzionali di Matteo Ballottari, prorettore per la valorizzazione delle conoscenze per la società, Paolo de Paolis, direttore del dipartimento di Culture e civiltà, Roberta Silva, referente Aq del dipartimento di Scienze umane, e Paolo Corsini, presidente dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri.
“I ‘Cantieri della Resistenza’ sono ormai un appuntamento scientifico di grande valore – ha dichiarato Ballottari – capace di unire il rigore della ricerca storica, il lavoro d’archivio e l’attenzione verso la dimensione civile della memoria. Come Università riteniamo fondamentale sostenere iniziative che favoriscano il dialogo tra studiosi, istituzioni culturali e comunità cittadina. Parlare oggi di Resistenza e del processo che ha portato alla nascita della Repubblica significa guardare al passato per riflettere sul nostro presente e sul nostro futuro”.
Il convegno si è articolato in due sessioni tematiche, dedicate alla transizione istituzionale del dopoguerra e alla costruzione della memoria pubblica, con relazioni su epurazione, governi locali, rappresentazioni della Resistenza femminile e sulle vicende dei giovani deportati veronesi.
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