In un tempo segnato da conflitti e tensioni globali, il dialogo e le parole possono ancora farsi strumenti di speranza e resistenza. È da questa convinzione che nasce Dialogare in tempi di guerra, l’incontro che il 3 novembre ha riunito al Polo Zanotto voci e testimonianze di pace.
Ad aprire i lavori sono state Valentina Moro, direttrice del dipartimento di Scienze umane dell’Ateneo scaligero, e Margherita Brondino, docente e rappresentante in Senato accademico della macro-area umanistica, nonché referente dell’iniziativa.
L’incontro si è configurato come uno spazio di confronto sul conflitto israelo-palestinese e sull’urgenza di costruire relazioni paritarie e percorsi di riconciliazione tra i due popoli.
“È fondamentale dare spazio e voce a tutte le persone che, con coraggio, cercano di costruire percorsi di pace – lì e anche qui”, ha sottolineato Brondino.
Durante l’evento è stato presentato il caso di Neve Shalom – Wahat al-Salam, il villaggio binazionale fondato in Israele dove, da decenni, ebrei e palestinesi convivono all’insegna del rispetto reciproco e della cooperazione.
Nel villaggio opera The School for Peace, la prima istituzione israeliana dedicata alla promozione di rapporti umani ed egualitari tra israeliani e palestinesi. Attraverso l’analisi delle dinamiche sociali e la decostruzione dei modelli di potere e oppressione, i partecipanti ai programmi formativi acquisiscono una maggiore consapevolezza del conflitto e della propria responsabilità nel contribuire al cambiamento.
A raccontare questa esperienza sono stati due facilitatori della scuola: Maysoon Baddaw, coordinatrice del programma Dialogo nei college e nelle università, e Uri Gopher, psicologo e facilitatore esperto nella conduzione di gruppi di dialogo.
“Abbiamo scelto di essere qui per testimoniare che un’altra realtà è possibile: un modo diverso di vivere insieme, dove migliaia di persone partecipano a un ecosistema di organizzazioni che lavorano per la pace”, ha affermato Gopher.
“Il sostegno internazionale è essenziale – ha ricordato Rosita Poloni, rappresentante dell’associazione Amici di Neve Shalom – Wahat al-Salam – da anni l’associazione promuove scambi, progetti e iniziative tra i membri del villaggio e chi, in Italia, ne condivide valori e ideali.
Il giorno successivo è stato realizzato il workshop “Learning peace. learning from the israeli-palestinian conflict: identity, dialogue, and social change” a cui hanno partecipato numerosi studenti e studentesse del dipartimento di Scienze umane.
MFD, tirocinante agenzia stampa “UniVerona news”


























