“Non ha mai avuto dubbi Alice, nemmeno quando le dicevo: valuta anche altre possibilità. No, determinata era arrivata a un passo dalla laurea in scienze motorie. Essere qui stasera, in quella che per Alice era un po’ la sua seconda casa, è un’emozione forte”, il padre ha la voce rotta dal dolore, ma sembra essere sostenuto da una forza invisibile. Parla di sua figlia, mentre alcune immagini di Alice gli scorrono dietro. Sembra di vivere uno sdoppiamento, un reale ineffabile, perché davanti alla morte le parole e il pensiero tremano. Sono molti coloro che ieri sera hanno voluto testimoniare l’amicizia e l’affetto per Alice, stringendosi al dolore dei genitori e della sorella.
Nell’aula magna di Scienze motorie, momenti di surreale silenzio hanno lasciato spazio ai racconti degli amici, delle amiche, dei compagni/e di corso e di alcuni professori. Una veglia che i compagni di corso hanno fortemente voluto, perché "se è vero – come ha ricordato don Mariano Ambrosi, citando Bonhoeffer – che portiamo dentro di noi la bellezza del passato come un dono prezioso”, è solo il ricordo, sostenuto dalla memoria, che trasforma il vuoto, rendendolo in parte dicibile".
L’hanno intuito i ragazzi, facendo rivivere il valore inestimabile della presenza di Alice, attraverso alcune narrazioni, storie di vita quotidiana, momenti che rimarranno impressi nel cuore di ognuno.
“Alice, con il suo esempio, ci ha fatto capire che siamo una comunità e ci ha insegnato che vale la pena vivere ogni momento della nostra vita con passione ed entusiasmo”, le parole di Federico Schena, presidente del Collegio didattico, sono un sentito grazie alla studentessa e la constatazione che a Scienze motorie circola un legame profondo tra gli studenti.
Unico e privilegiato il rapporto con i compagni del gruppo 3, il suo gruppo per le esercitazioni pratiche: “Dicevi sempre che con il gruppo 3 si sale – ha ricordato una sua compagna fra le lacrime – ma tu sei salita troppo in fretta e ci hai lasciato soli, grazie per tutte le cose belle che ci hai dato, addio grande guerriera”.
“Ciao tamburella bella”- così la chiamavano le amiche di tamburello che hanno ricordato le prime corse sul campetto di Segno, dove Alice ha iniziato a giocare.
“Non voglio che dimentichi la mia voce è stato l’ultimo messaggio vocale che Alice mi ha mandato”, con queste parole Marco, l’amico più caro, ha concluso il suo commovente ricordo.
Sara Bigardi, comunicazione Scienze motorie
27.05.2015