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Cultura scientifica e divulgazione a Verona

Verona è aperta alla scienza? C’è ancora voglia di cultura scientifica? A questi e altri quesiti si è cercata una risposta all’Accademia di agricoltura, scienze e lettere

di univr
30 Marzo 2010
in Senza categoria
Marco Cattaneo

Marco Cattaneo

Verona è aperta alla scienza? C’è ancora voglia di cultura scientifica? L’Università su questo fronte ha avviato, in collaborazione con il comune, un’iniziativa, il festival “Infinita…mente” che ha dato risultati per alcuni inattesi. I diecimila che hanno partecipato alla seconda edizione dimostrano che la città è pronta a cogliere le occasioni. Quando ci sono. Sul tema l’Accademia di agricoltura, scienze e lettere ha aperto un confronto.

La cultura scientifica se e quando serve sostenerla è stato l’input dell’incontro ‘Cultura scientifica e divulgazione a Verona’ che ha avuto luogo nella sede di via Leoncino con la partecipazione del presidente Galeazzo Sciarretta e di Marco Cattaneo, direttore delle riviste scientifiche ‘Le Scienze’ e ‘Mente e cervello’, Daniela Brunelli direttrice della biblioteca Frinzi e Presidente della Società Letteraria, Roberto Giacobazzi, Preside della Facoltà di Scienze veronese. Le conclusioni sono state affidate a Erminia Perbellini, Assessore alla Cultura del Comune.

Scienza e conoscenze scientifiche. A Sciarretta è stata affidata l’introduzione dell’incontro – A suo avviso il metodo scientifico è apparso tardi nella storia del pensiero e ancora è oggetto di resistenze e incontra ostacoli. “La battaglia però non è persa – ha sostenuto Sciarretta -. La cultura scientifica serve e molto a chi vive nel nostro tempo che ci vuole competenti e competitivi. Come possono i cittadini avere un’opinione su argomenti che implicano conoscenze scientifiche _ come Ogm, staminali, energia alternativa e nucleare – se non sanno nemmeno di cosa si sta parlando? Serve un minimo di consapevolezza del nostro tempo e una nuova politica volta a diffondere e a sostenere le culture scientifiche; senza un’adeguata cultura scientifica si finisce nel terzo mondo – ha concluso ironicamente il Presidente dell’Accademia – oppure non ci resterà che servire pizza e spaghetti ai turisti e accontentarci di questo”.

Divulgazione scientifica a livello nazionale. Cattaneo ha parlato del panorama nazionale: “Partendo dal titolo, la divulgazione sta abbastanza bene, sempre nei limiti di un Paese che è coinvolto in battaglie di retroguardia tra le due culture, cioè fra umanisti e studiosi che provengono dall’area scientifica; per quanto riguarda la cultura scientifica non stiamo benissimo, anzi mi esprimerei con una famosa frase ‘Houstone c’è un problema’. Spiegare la cosa è semplice: l’Italia è terra di scienziati e letterati, ma la cultura scientifica non gode di particolare considerazione e non ne gode a tanti livelli, a partire dai vertici della politica che non se ne interessano. Impressiona il livello basso di investimento privato, rispetto alla classifica Ocse. La scelta dei finanziamenti alla ricerca doveva essere una scelta importante. Dopo un tentativo iniziale, in generale tutti si sono adeguati alla retroguardia, non siamo di certo un paese hi-tech; inoltre anche il sistema creditizio è stato carente in questo senso. Ci sono falsi ideologici che inquinano l’informazione in Italia, che non ci permettono di andare da nessuna parte e in questo Paese c’è la convinzione che l’istruzione e la cultura non siano più un mezzo di promozione sociale”.

Verona: segni di risveglio. Alla Brunelli è toccato il quadro veronese: “Non vi è dubbio che l’immagine di Verona nel mondo sia quella di una realtà tra le più ricche e attive culturalmente, per i suoi beni culturali, per la lirica, per la sede prestigiosa del Teatro Shakespeariano, scrigno di tesori artistici e architettonici, scena di mostre di arti figurative. Una posizione certamente di primo piano. E per quanto riguarda la cultura scientifica moderna come si posiziona la città?” – la risposta alla domanda ha messo tanta carne al fuoco – “C’è un certo risveglio dovuto anche al successo e al consolidamento di alcuni eventi; vanno menzionate l’apertura delle facoltà scientifiche nell’ateneo giovane di Verona, che ha portato sensibilità verso la scienza. In città ci sono occasioni di divulgazione scientifica per merito del Museo di Storia Naturale che, oltre alle attività istituzionali di conservazione e studio, realizza regolarmente interessanti mostre didattiche e visite guidate, anche dedicate ai bambini. C’è poi il Circolo Naturalisti Veronesi che organizza ottime conferenze; si contano poi il Circolo Astrofili Veronesi e il nuovo osservatorio sul Monte Baldo, l’Accademia di agricoltura, scienze e lettere e la Società Letteraria, che dedicano il loro tempo alla divulgazione. Infine si segnala “Infinita…mente”, la più recente kermesse realizzata dall’Ufficio comunicazione dell’Ateneo e ideata dalla coordinatrice Maria Fiorenza Coppari in collaborazione con l’Assessorato alla cultura del Comune a cui la città, e non solo, ha risposto in maniera massiccia. Il festival ha offerto un programma era fitto di eventi eccezionali. E’ stata un’iniziativa di grande successo a cui ha collaborato intensamente anche la Società Letteraria ospitandone molti eventi Seppure il panorama non è roseo, Verona si sta svegliando.

Scienze a Verona, caso atipico. “Nel 1923 in Italia nacque il Cnr: se l’Italia fu così lungimirante da istituirlo e avviare un forte dibattito sulle scienze, perché oggi la cultura scientifica in Italia è in questo stato?”
Il Preside Giacobazzi ha spiegato cosa successe durante il secolo scorso. “Prevalse, nelle scelte delle riforme scolastiche di inizio ‘900, un’impostazione filosofica del sapere. Per molti anni si parlò di formazione scientifica e cultura umanistica, quasi le due non potessero essere portate sull’ennesimo piano. Quello fu il punto più debole del processo formativo della società, perché da lì si tolse la possibilità di offrire una narrazione storica delle scienze, da reintrodurre nella scuola – sostiene Giacobazzi – altrimenti si isola e si disgiunge dal resto”. E in conclusione è stato citato Infinitamente: “Il Comune ci ha offerto spazi e ciò significa che a Verona c’è una certa voglia di sentir parlare di queste tematiche. Siamo riusciti a creare un festival della scienza che ha alcuni elementi peculiari che ne hanno determinato il successo, come l’interdisciplinarietà”.

Impegno delle amministrazioni. La vocazione storica di Verona per la cultura e l’arte è stata ricordata anche dall’Assessore Perbellini in conclusione dei lavori, una vocazione che ha avuto le sue radici in istituzioni del valore della Biblioteca Capitolare e che si allarga anche alla grande tradizione medica della città, coronata dalla nascita della Facoltà di Medicina alla fine degli anni Sessanta. L’amministrazione comunale cerca di valorizzare tutto il grande patrimonio della cultura veronese, comprendendo sia l’area umanistica che quella scientifica e soprattutto vuole coinvolgere i giovani. “Ci stiamo impegnando per questo e cominciamo a vedere i risultati” ha concluso l’Assessore.

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